L'idiot@

“All’improvviso, in mezzo alla tristezza, alla tenebra e all’oppressione spirituale, appariva un lampo di luce nella sua mente. La sua mente e il suo cuore s’inondavano di luce straordinaria. Ma quei lampi erano soltanto il preludio del momento in cui cominciava l’attacco.” L’ idiota, Dostoevskij

RI – E – LA – BO – RAR – LO gennaio 31, 2012

Filed under: Uncategorized — fantasia972 @ 9:06 am
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Accadde un giorno, in un pomeriggio tiepido, gli ultimi raggi del sole lottavano per non scomparire. Nel cielo si compiva l’ennesima battaglia tra il giorno che muore e la notte che sta per nascere e io ero decisa: volevo vedere il suo volto, guardarlo negli occhi. La connessione adsl muoveva veloce tra i click di quelle immagini: volti angosciati, bocche aperte a urla strazianti, rose chiuse su se stesse e avvolte da spine aguzze come denti di bestie feroci, corpi mostruosi e contorti, rovine e macerie, lacrime fredde, grate arrugginite, fuliggine, polvere, spilli… tanti, mille o forse un milione di spilli.

“E’ davvero tutto questo? E’ davvero solo questo? Chi ha deciso per lui deve essere molto più crudele. Che volto terribile, che esistenza orrenda gli ha inflitto”, i miei pensieri. Con un nuovo click cancellai, chiudendolo fuori; sbattendogli la porta in faccia, riconsegnando il tutto al mittente come posta indesiderata. Quello che avevo trovato non mi convinceva. Continuai a pensarci per tutto il resto del tempo e nei giorni successivi. Mi recavo allo studio, ascoltavo i pazienti.

(Se avessero saputo dei miei voli pindarici, che costringevano la mia attenzione a fuggire da quella poltrona, avrebbero certamente preteso sconti importanti sulla parcella finale).

Tutto si svolgeva come al solito, la mia vita scandita dai ritmi quotidiani e il mio sentire rivolto a lui. Ne avevo sempre udito parlare: le confidenze degli amici, i racconti dei miei pazienti ammalati nell’anima, gli sguardi assenti dei condannati dal fallimento della propria esistenza e quelli che hanno subito un torto troppo grande per chiunque, come la perdita di qualcuno che amiamo, o semplicemente la Perdita; e poi ancora le lacrime di una bambino che correndo è caduto sbucciandosi un ginocchio, o il semplice tonfo del tronco di un albero che viene abbattuto. Quante parole prive di sostanza di fronte a tutto quello che continuamente, come infiniti spilli, veniva a conficcarsi nel mio cuore: Dolore. La migliore risposta che conoscevo era: rielaborarlo. Capite?

RI- E- LA- BO- RAR- LO.

Ma come si fa a rielaborare, quando tutto è ancora frammentario? Dolore non era in quelle immagini che giorni prima avevo cercato, non era nemmeno in quello che ogni giorno mi veniva detto. O per lo meno, non era solo quello. Dolore era altro. Io elargivo consigli a un prezzo ragionevolmente basso; un prezzo racchiuso in una parola dal significato privo di consistenza tangibile, semplicemente perché trovavo la soluzione a un qualcosa che io stessa conoscevo in modo FRAMMENTARIO. Ormai vivevo con questo tarlo nella mente: vederlo, parlarci, conoscerlo nella sua integrità. La paura mi devastava il cuore, perché terrorizzata dal suo volto spezzettato in sintesi di immagini terribili e musica monotona e lugubre suonata da mille organi di chiesa disarmonici. E i giorni si susseguivano, senza che io ne venissi a capo. Ancora non mi era chiaro. Ancora non capivo l’origine delle fitte al torace sempre più acute. Mi sfioravo il petto, lo accarezzavo cercando di sentire attraverso la pelle cosa stesse accadendo lì dentro, nel profondo. La tosse catarrosa, altre volte secca.

Tosse. Tosse. Tosse.

Dolore, fitte al petto, al torace.

Radiografia.

Diagnosi: una giostra con tanti specchi e mille canne di organo mi cresce dentro, comprimendo il cuore. Su di essa due giovani sposi: Sofferenza e Dolore. Si divertono, girano e urlano sulla giostra che a ogni giro si fa più grande. E costruiscono il cerchio a spirale con i loro continui scambi di intesa. Sofferenza, Dolore, Sofferenza e poi ancora… Dolore. Vivono la loro unione sponsale nel mio petto, facendomi partecipe delle loro effusioni deformi e dolorose. A volte, penso che non riuscirò a venirne fuori. A volte, le fitte sono così devastanti che il mio corpo rinuncia a qualunque stimolo, e resto immobile…

Per ore, per giorni, per mesi. In questi momenti è Sofferenza che si impegna a far godere Dolore, io so riconoscerla perché è un tormento lento, costante, continuo. Lui, è più intenso. Ti lacera, ti strappa a morsi l’anima e rischi di essere annientata. La mia ricerca si è compiuta. La giostra è dentro di me, ci resterà per sempre. Gli sposi mi sono grati per il modo in cui li ho accolti. Non li scaccio, mi hanno promesso che non mi distruggeranno, lo fanno soltanto con chi non è capace di RI-E-LA-BO-RAR-LO.

 

11 Responses to “RI – E – LA – BO – RAR – LO”

  1. uno scritto che commuove e regala anche speranza mi metto subito all’opera e RI.E.LA.BO.RO…
    un bacio grande per te
    moni

  2. ©blu Says:

    l’anima non concede quasi mai alternative… bisogna conoscere sempre il proprio nemico per poterlo affrontare e sonfiggere. Troppo spesso però siamo noi stessi a dipingerlo delle vesti di “Golia” ma la fionda è quasi sempre nelle mani che non vogliamo aprire!
    Toccante analisi Barbara…. un abbraccio!

  3. Ma quanto sei brava!
    Io aspetto sempre… grrrr 😛
    (Ma forse sei solo buona e non vuoi umiliarmi).

  4. fantasia972 Says:

    Su questo post non vi risponderò ai commenti, perché non saprei cosa dire… li considero preziosi, perché sono vostre personalissime rielaborazioni; posso però ringraziarvi perché condividete qui con me i vostri pensieri che considero preziosi.
    Grazie!

    @ALE non dire stupidate! 🙂 Ci sto provando a scrivere qualcosa, ma a quanto pare le signore parole hanno deciso di scioperare oppure se ne sono andate in vacanza; non riesco nemmeno a proseguire nella casa delle farfalle! Me povera! Paura che torni di nuovo quel periodo di secca… 😦

  5. tu non devi avere nessuna paura non hai nessun blocco una con il tuo cuore non è mai in secca…è solo che a volte le parole non escono…quindi ti posso dire di respirare contare e rielaborare tutto quello che senti dentro:)

  6. brum Says:

    Non è il mio genere preferito, lo sai. Ma questo, oggettivamente, è un gran racconto. Brava.

  7. keypaxx Says:

    È così. Quando non è più possibile sistemarlo per quello che è, occorre ricostruire. Rimettere insieme i pezzi. Ignorare la rabbia, la paura, la disperazione e il dolore. Perchè sono soltanto aspetti di un pentagramma più vasto. Dove esistono colori vivi, basta solo saperli tirar fuori.
    Un sorriso per una felice serata.
    ^____^

  8. ….in questa notte dove sono tormentata da tanti pensieri ho pensato di passare di qui…per provare a rielaborare e sistemare questo mio cuore che batte…ma lo fa piano, piano!
    un bacionotte
    moni

  9. keypaxx Says:

    Sorrisi e serenità per un freddo, ma spero rilassante per te, fine settimana.
    ^_____^

  10. un bacio grande e buon fine settimana amica mia:)

  11. fantasia972 Says:

    BACI PER TUTTI! Sono stata pigra questa settimana perdondatemi! 🙂


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