Le tasche, tutte le tasche del mondo nascondono, custodiscono, proteggono. Abiti con le tasche, mani in tasca; deve esserci una tasca anche nella sua testa. È lì che è nata, nella morbida tasca minuta di quand’era piccola. Avvolta nel calore di una realtà fatta di fili sottili, setosi, pregiati; un bozzolo quadrato, rettangolare o circolare, ma questo non sa dirlo con precisione. Le persone importanti della sua vita abitavano nelle tasche dei loro vestiti. Suo nonno, ad esempio, in quelle dei pantaloni scuri di velluto che indossava la Domenica. Poi, però, dovette cambiare domicilio; accadde quando si ammalò. Stando a letto tutto il giorno viveva nella tasca di un pigiama e benché non potesse più camminare Mariposa riusciva a ritrovare le loro risate, i loro giochi nella larga sacca di cotone di quei pantaloni ampi e nuovi. Ama le stelline, quella pastina che solitamente si prepara nel brodo. Le piace perché ricorda sempre una sedia e, sopra questa, un piatto colmo di quella minestra. Era il nonno ad imboccarla.
Soffia, altrimenti ti scotti, le diceva. Una volta il soffio fu davvero forte e dal cucchiaio saltarono per aria tutte le stelline.
Il cielo in una stanza, disse il nonno sorridendo e poi cominciò a cantare. La sua voce, poco intonata, era bella; e le parole nere di quella canzone danzavano sul bianco del soffitto assieme alle stelline. Le sembrava magia: svanivano le pareti, apparivano gli alberi e le… farfalle.
Bella… e suggestiva!!! Kiss.
paolo
Ciao Barbara,
mi metto in pari con la lettura e sai che adoro leggerti!
un bacione
moni
un abbraccio e un saluto a tutti!
l’abbraccio è totalmente ricambiato amica mia
🙂 buon lunedì, Monica. tvb